Regolamentazione del settore finanziario: piccole vittorie sulle così dette “porte girevoli”

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Di seguito la traduzione dell’articolo originale pubblicato sul sito di Finance Watch il 4 Febbraio 2020 e scaricabile qui

L’autonomia delle autorità di vigilanza è di cruciale importanza per l’interesse comune. Gli interventi dell’UE nel chiudere alcune “porte girevoli” nell’ambito della regolamentazione del settore finanziario vanno nella giusta direzione.

Volendo evitare i conflitti d’interesse, il Parlamento europeo ha respinto la nomina dell’ex lobbista Gerry Cross a direttore esecutivo dell’Autorità bancaria europea (EBA).

Responsabile della regolamentazione del settore bancario europeo e della definizione degli standard tecnici necessari per implementare le norme bancarie e finanziarie dell’UE, l’EBA svolge un ruolo chiave nel settore finanziario europeo. Poiché le sue decisioni si ripercuotono direttamente sui profitti bancari, questa istituzione è costantemente oggetto di pressioni dai lobbisti delle banche.

Alcune decisioni che denotano mediocrità di gestione hanno però messo in discussione l’integrità dell’EBA:

L’attuale presidente, José Manuel Campa, è stato assunto nel maggio 2019, provenendo direttamente dal ruolo d’importante lobbista di una banca di cui detiene ancora le azioni.

Un’assunzione poco comprensibile. Un lobbista di una banca “troppo grande per fallire” (too-big-to-fail) non è la persona adatta da mettere a capo della stessa autorità preposta alla regolamentazione di banche potenti. Una simile mossa indebolisce la credibilità delle nostre istituzioni, rendendole vulnerabili alla così detta cattura regolamentare o del regolatore.

Il direttore esecutivo, Adam Farkas, è stato autorizzato dall’EBA a passare da un giorno all’altro dalla posizione di “top regulator” a “top lobbyist” con limitazioni inadeguate. Ora è CEO del principale gruppo lobbistico europeo del settore finanziario, l’Association for Financial Markets in Europe (AFME), che rappresenta gli interessi di oltre 180 grandi banche e istituzioni finanziarie.

Questa mossa mette a rischio la riservatezza dei piani e metodi dell’EBA e trasferisce l’influenza interna, l’accesso e il know-how più recente direttamente nelle mani della lobby finanziaria. Manda però anche un messaggio sbagliato ai decisori politici dell’UE impegnati a Bruxelles e oltre: se, in veste di autorità di vigilanza, si mantiene un rapporto amichevole con il settore da noi disciplinato, si verrà ricompensati con un lavoro ben pagato. Le norme vigenti per il personale dell’UE avrebbero potuto fornito all’EBA il fondamento giuridico per rifiutare questa mossa, ma si è scelto di non adottarlo.

L’EBA ha quindi nominato Gerry Cross come nuovo direttore esecutivo.

Questa nomina ha sollevato preoccupazioni in merito alla disparità di genere nelle cariche più alte dell’EBA. La sua natura controversa deriva dal fatto che Cross aveva lavorato per molti anni come lobbista in importanti organizzazioni lobbistiche finanziarie, come l’Istituto della finanza internazionale (IIF) e l’AFME. In questa funzione è stato coinvolto in vari tentativi di influenzare alcuni dossier chiave sulla regolamentazione del settore finanziario, per promuovere gli interessi di alcune delle principali istituzioni finanziarie. Si trattava, ad esempio, delle norme su requisiti patrimoniali (regime Basilea), struttura bancaria, imposta sulle transazioni finanziarie e speculazione sulle materie prime.

Per Cross non si è trattato di un caso di porte girevoli: dopo avere lasciato la sede dell’AFME di Bruxelles, si è preso un periodo di riflessione lavorando presso la Banca Centrale d’Irlanda. Ma i quattro anni trascorsi alla Banca Centrale d’Irlanda non sono bastati a dissipare le preoccupazioni in merito alle sue attività lobbistiche negli anni post-crisi, che hanno visto alcuni dei momenti salienti nella storia della regolamentazione bancaria. Era chiaro: se la nomina di Cross fosse stata approvata, avrebbe rafforzato una sorta di “pensiero di gruppo” tra l’EBA e le istituzioni finanziarie che quest’ultima deve regolamentare.

Così, per la prima volta il Parlamento europeo ha deciso di bloccare un candidato per una carica nel campo della regolamentazione finanziaria. La forte reazione dimostra il desiderio di resistere alla già massiccia influenza della lobby finanziaria sul processo decisionale.

La questione del conflitto d’interessi non è soltanto un problema dell’EBA: si tratta infatti di una questione strutturale sia a livello europeo che nazionale. Si registrano casi recenti molto simili a questo nella DG FISMA della Commissione europea, nel Ministero del Tesoro francese, nel Ministero delle Finanze tedesco, ecc.

Questo genere di conflitti d’interessi incentiva lo scetticismo nei confronti del governo.

Dobbiamo smettere di sbadigliare quando gli interessi privati prevalgono sul bene comune.

È bello vedere che un’azione forte ristabilisce la fiducia pubblica nell’autonomia delle nostre istituzioni. Il 16 gennaio il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione contro i conflitti d’interessi nell’EBA e il Mediatore europeo ha aperto un’indagine. Questo è il risultato diretto del lavoro di cittadini e membri della società civile della coalizione Change Finance e coordinato da Finance Watch. Insieme ci battiamo per portare questa problematica all’attenzione dei soggetti decisionali.

Questi ultimi hanno preso in mano la situazione e l’EBA si trova ora sotto una pressione sempre maggiore. Ci auguriamo che l’istituzione voglia assicurare un’approfondita riflessione quando si tratterà di individuare la persona ideale da mettere al comando.

Quando il confine tra settore pubblico e privato diventa indistinguibile, la situazione si fa difficile per il buon governo.

Nell’Unione europea sono ancora diffusi alcuni dei vecchi difetti messi in evidenza dalla crisi finanziaria del 2007-2008. In Europa sono  tuttora attive banche troppo grandi per fallire, e il rischio di un altro crollo finanziario è ancora presente. Ma soprattutto, una parte significativa dell’attività finanziaria non è destinata a finanziare l’economia reale.

Mentre ci dirigiamo verso una migliore regolamentazione, è importante difendere il processo decisionale pubblico dalla potente influenza delle società finanziarie, compresa l’applicazione di norme rigorose sulle “porte girevoli”.

La nuova risoluzione approvata dal Parlamento europeo chiede aiuto alla Commissione per adottare misure più energiche nell’evitare i conflitti d’interessi e rivedere il quadro giuridico a livello di tutte le istituzioni dell’UE.

Questa rappresenta una scintilla di speranza ed è nostro compito rimanere vigili.

Shonan Kothari

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Shonan Kothari

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In qualità di Communications e Campaign Officer presso Finance Watch, Shonan si occupa di costruire campagne insieme alle organizzazioni della società civile, agli attivisti e ad altre parti interessate. Maggiori informazioni.
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